“La degradazione o la sparizione di un bene del patrimonio culturale e naturale è un impoverimento nefasto del patrimonio di tutti i popoli del mondo” Unesco
Premessa
L’impossibilità di monitorare e promuovere al meglio l’immenso patrimonio conservato nei palinsesti delle principali città italiane, toglie alla rete dei Comuni al di sotto dei 5000 abitanti (5544 su 7.954) la quasi totalità delle risorse nazionali e comunitarie a disposizione, esponendoli ulteriormente al rischio sismico, idrogeologico e a processi di spopolamento e saccheggio.
Il Progetto
PIC intende contribuire al contenimento di questa erosione realizzando dettagliate campagne fotografiche (virtual tour, fotogrammetria 3D, drone, alta definizione, riflettografia all’infrarosso e fluorescenza ultravioletta) a partire dai quadranti più esposti. Questi dossier sosterranno le attività di promozione/prevenzione delle singole amministrazioni e saranno fruibili liberamente su un portale dedicato. L’auspicabile introduzione del protocollo PIC tra le buone pratiche amministrative incentiverà inoltre la formazione e l’occupazione di giovani professionisti in grado di documentare periodicamente ogni singolo territorio.
Qui la pagina del progetto complessivo
Il patrimonio materiale
I Comuni di Capistrello (AQ) e Palomonte (SA), grazie alla sensibilità delle loro amministrazioni, ci hanno consentito di dimostrare la reale utilità di questo processo e promuoverne gli esiti. A queste accoglienti comunità Patrimonio in Comune sarà sempre riconoscente e a loro dedicherà tutti i futuri risultati del suo percorso. Il primo intervento a Capistrello – disponibile in parte cliccando qui – e la più complessa e strutturata esperienza di Palomonte ci hanno infatti consentito di verificare le nostre ipotesi di lavoro, affinando il metodo e le finalità di questo articolato programma.
Il materiale raccolto nel corso della campagna di Capistrello e Corcumello – la frazione dove si è concentrata buona parte del nostro lavoro – è andato quasi integralmente perduto in un grave furto di attrezzatura e supporti di memoria subìto nel novembre 2017. L’entusiasmo e il calore di Palomonte ci hanno consentito di reagire costruttivamente a questa battuta d’arresto, rilanciando il progetto oltre ogni più rosea aspettativa. A maggior ragione troveremo senz’altro il tempo, le risorse e le energie per ricostituire nuovamente quel primo importante archivio. Sentiamo forte questo mandato, la sua necessità e la sua responsabilità.
Che cos’è il patrimonio materiale?
Qui sotto alcuni dei rilievi via drone, minima ma interessante parte dell’enorme lavoro asvolto