Finalmente si è concluso il lungo e difficile lavorìo che ha portato alla creazione della mostra “La pietra racconta – Un palazzo da leggere”, ovvero un viaggio inedito nell’arte e nella storia del Palazzo Ducale di Urbino
Per volontà del direttore della Galleria Nazionale della Marche Peter Aufreiter, nel dicembre 2016 nacque una collaborazione tra il Palazzo Ducale di Urbino e l’ISIA per la realizzazione di una mostra tematica sui graffiti e le incisioni sedimentate nel corso di 500 anni sulle mura del Palazzo Ducale. Guidati dalle lunghe ricerche della professoressa Raffaella Sarti (Università degli Studi di Urbino) è stato sviluppato un percorso espositivo fisico e digitale grazie ad avanzate tecniche di imaging, sempre coadiuvati dall’ISTI-CNR di Pisa.
Per quanto riguarda la digitalizzazione degli ambienti e la creazione del virtual tour utile alla navigazione, a causa dei tempi brevissimi per l’allestimento, il lavoro è stato svolto assieme allo storico collega ed amico Stefano Ciochetti.
“Il percorso allestitivo offre ai visitatori la possibilità di compiere un sorprendente percorso nella storia, alla scoperta di un ricchissimo patrimonio, indagato grazie a una rigorosa analisi e presentato grazie alle più avanzate tecniche fotografiche, espositive e tecnologiche.
Protagonisti della mostra sono i graffiti, scritte e disegni che ricoprono un arco di cinque secoli e mezzo, incisi con oggetti appuntiti o tracciati a carboncino, sanguigna, matita, biro. Le scritte sono in italiano, latino, francese, tedesco, spagnolo… Ora sono rozze e incerte, ora sono opere di calligrafia. Alcune recano solo un nome, a volte datato; altre raccontano eventi che vanno dalla vita quotidiana del Palazzo a notizie di politica internazionale; alcune ricordano amori o conflitti; altre esprimono sentenze e giudizi moraleggianti… I disegni, talora bellissimi, rappresentano uomini, donne, animali, piante, edifici, simboli, giochi.”
La mostra sarà visitabile fino al 21 maggio e, dopo tale data, sarà ancora fruibile in materiale digitale tramite il sito della Galleria Nazionale delle Marche.